Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

France

Down Icon

Frana del ghiacciaio Birch: “A Blatten più che in qualsiasi altro posto amiamo la montagna”

Frana del ghiacciaio Birch: “A Blatten più che in qualsiasi altro posto amiamo la montagna”

Mercoledì 28 maggio, un ghiacciaio delle Alpi svizzere si è staccato dalla sua montagna e ha sommerso il villaggio di Blatten. È come se il cielo fosse caduto sulla testa dei suoi abitanti, scrive il cronista vallesano. Eppure, questi alpinisti provenienti dai confini del mondo, orgogliosi del loro angolo di terra, pensano solo a una cosa: tornarci.

Logo
2 minuti di lettura. Pubblicato il 31 maggio 2025 alle 5:00.
La colata rocciosa che ha sommerso Blatten il 29 maggio 2025: in questa foto, il villaggio di Kippel è stato risparmiato. Foto FABRICE COFFRINI/AFP

La montagna gli ha portato via tutto. E tuttavia il loro primo istinto è quello di voler tornare indietro. Il loro primo desiderio è voler ricostruire. Non importa quando o come. Gli alpinisti non hanno paura della montagna. La rispettano ma non la temono. Impararono a vivere con lei, a casa sua. A Blatten più che in qualsiasi altro posto, in questo fondovalle incastrato tra mostri di pietra e ghiaccio, ci piace tantissimo.

Giovedì mattina, mentre scendevo dal mio sperone quasi nativo per andare a lavorare nella capitale, la guardai. Lei è lì, ovunque, in ogni momento. Dopo quello che è successo a Blatten, quasi mio malgrado, attraversando la pianura del Rodano, l'ho vista diversa.

La frana del ghiacciaio Birch che ha travolto il villaggio di Blatten il 28 maggio 2025.
La frana del ghiacciaio Birch che ha travolto il villaggio di Blatten il 28 maggio 2025. Courrier International

Questo Catogne, davanti a me, non è pronto a crollare su Bovernier o Sembrancher? Questo Chavalard, che è l'orgoglio della gente di Fullières, quando incuterà loro tanta paura sulle montagne? E cosa aspetta Ardève ad attaccare i Leytronin? Mercoledì mattina ho trovato queste stesse montagne semplicemente magnifiche. Giovedì erano cambiati. Come quel vecchio amico su cui hai sempre potuto contare, ma che un giorno ti ha fatto uno scherzo.

Giovedì sera, dopo aver visto, letto o sentito parlare della resilienza degli abitanti del Lötschental, del loro attaccamento a questa parte del mondo, sono tornato con i piedi per terra.

Viviamo in montagna per scelta. Perché ne amiamo la bellezza, la natura aspra, l'isolamento, l'assenza di scooter nelle rotatorie o semplicemente l'aria fresca delle notti di luglio. Accettiamo le lunghe strade tortuose, i viaggi avanti e indietro per andare a vedere una partita di calcio, ballare o giocare a tennis. In inverno tiriamo fuori la pala da neve. In autunno il riscaldamento avviene un po' prima, in primavera un po' dopo. Ma non lo cambieremmo per nulla al mondo.

Ed è per questo che dobbiamo capirli, questa gente di Blatten, orgogliosa delle sue maschere, del suo villaggio, della sua valle. Oggi piangono. Domani faranno di tutto per tornare ai piedi di queste montagne che hanno fatto loro tanto male. Come giudichi questo attaccamento alla terra che ti ha visto nascere e crescere?

La montagna non uccide, non distrugge. La montagna è. Punto. Perché attribuirgli intenzioni e azioni umane? Lei era qui prima di noi. Lei sarà qui dopo di noi.

Poiché non possiamo controllare il pericolo che incombe sulle nostre teste, conviviamo con esso, lo anticipiamo e lo gestiamo come meglio possiamo. Frane, inondazioni, valanghe, colate laviche, terremoti... viviamo in un mondo in cui tutte queste cose esistono. Eppure tutti i Vallesani ve lo racconteranno. Viviamo nel paese più bello del mondo. Blatten in testa. Con tutta umiltà.

Courrier International

Courrier International

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow